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Sono passati solo quattro anni dall’adozione della direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale eppure nuove tecnologie come l’IA generativa stanno già ponendo nuove sfide su come tutelare i diritti dei creatori, consentendo al contempo l’evoluzione degli strumenti digitali. Servono ricerche per contribuire alla definizione di un nuovo quadro normativo dell’UE che incoraggi e protegga l’arte digitale.
«Siamo di fronte a quattro fenomeni chiave da affrontare», afferma la coordinatrice di reCreating Europe Caterina Sganga, professoressa associata di diritto comparato della Scuola Superiore Sant’Anna, Italia.
«Primo, vediamo che la legge sul copyright ha un impatto sostanziale su diversi obiettivi politici, interessi, diritti e libertà che vanno oltre il suo ambito. Poi, vediamo che la sua incapacità di soddisfare le esigenze della società porta inevitabilmente a strategie di coping lato consumo (pirateria e aggiramento del copyright) e della creazione (misure di protezione e copyleft).»
«Il terzo e il quarto fenomeno sono, rispettivamente, le lacune di conoscenza relative ai processi creativi e alle pratiche di consumo, e il basso livello di consapevolezza della legislazione sul copyright e dell’effettivo impatto tra i portatori di interessi.»
Esplorazione completa
ReCreating Europe ha intrapreso un viaggio intricato per affrontare questi problemi attraverso un’analisi multiforme. Per colmare il divario di conoscenze, il team ha condotto una mappatura transnazionale delle risposte normative; sviluppato metodi innovativi per misurare l’impatto del mercato unico digitale su produzione e consumo di beni culturali e creativi; eseguito una mappatura normativa, economica e tecnologica di tutte le misure di protezione del copyright.
«Volevamo concentrarci su fenomeni trascurati», spiega Sganga. «Un esempio sono le esigenze dei gruppi vulnerabili in termini di accesso e riutilizzo delle opere protette da copyright all’interno dell’UE. Volevamo individuare le barriere che incidono sul loro accesso a conoscenza e partecipazione culturale.»
Sganga sottolinea le ulteriori sfide affrontate dalle industrie creative di nicchia, come i poli creativi e i quartieri gentrificati, e i cosiddetti «spazi negativi della proprietà intellettuale», dove le protezioni non sono applicate di routine ai prodotti creativi, come ricette e piatti creati dagli chef.
Ricerca e Mappatura si sono concentrate su cinque gruppi di parti interessate: utilizzatori finali, istituzioni culturali e del patrimonio, singoli autori e interpreti, industrie creative e intermediari.
«Nel caso di autori e interpreti abbiamo condotto un’indagine che offre una panoramica delle loro esperienze con la digitalizzazione, comprese interazioni con editori, piattaforme e aggregatori. I risultati svelano gli strati dei contratti, il potere di mercato e il ruolo delle tecnologie emergenti come l’IA», aggiunge Sganga.
Sebbene reCreating Europe sia terminato prima che l’IA generativa facesse notizia, è stata condotta, tra le altre cose, una mappatura delle risposte legislative alla protezione dei risultati dell’IA attraverso il copyright. È stata anche analizzata la percezione che autori e interpreti hanno dell’IA.
Nuovi strumenti politici
La ricerca del progetto getta le basi per un solido quadro politico, guidando la navigazione attraverso le complesse questioni legate alla legge sul copyright e alla gestione della PI.
Il team ha sviluppato un totale di cinque serie di raccomandazioni politiche che affrontano lacune e insidie normative e coprono le esigenze di tutte le parti interessate coinvolte. Le raccomandazioni sono ampiamente dettagliate in un opuscolo dedicato, distribuito ai politici.
Nel caso dell’IA, ReCreating Europe fornisce cinque raccomandazioni chiave. Tra queste, la proposta di non introdurre nuovi regimi di protezione per i risultati dell’IA, la spinta a concedere agli esecutori diritti che vadano oltre lo status del copyright del contenuto eseguito e la necessità di monitorare lo sviluppo di pratiche artistiche, commerciali e contrattuali.
«Speriamo che le nostre raccomandazioni, supportate da dati, relazioni, interviste e risultati di sondaggi, vengano utilizzate dai legislatori europei e nazionali nel prossimo futuro. Intanto, stiamo facendo del nostro meglio per sfruttare lo slancio di ReCreating Europe con varie attività di follow-up», conclude Sganga.