In missione per salvare i nostri terreni
Come un vecchio amico che ti aiuta a utilizzare meglio il terreno
Il prof. Terribile e il suo gruppo di ricerca, nell’ambito del progetto LANDSUPPORT, hanno lavorato insieme per sviluppare uno strumento completo che aiuti agricoltori, politici e urbanisti a prendere decisioni più oculate per migliorare la qualità del suolo e, allo stesso tempo, stimolare le economie locali.
Dalla scelta di dove piantare determinate colture alla costruzione di un nuovo complesso residenziale, sono diverse le decisioni assunte ogni giorno nell’ambito dell’agricoltura, della pianificazione urbana e della politica locale che hanno un impatto sul terreno che ci circonda e ne sono a loro volta influenzate. Ciò include la quantità di acqua che il terreno può assorbire, la salute dei terreni e la loro capacità di far crescere alimenti sani per noi in futuro. Tutti noi possiamo trarre beneficio da terreni sani, che sono alla base del 95% del cibo che mangiamo e che ospitano il 25% di tutta la biodiversità del pianeta.
Studiando i modi per migliorare la situazione a livello locale, i ricercatori europei come Terribile offrono soluzioni che possono essere replicate in tutto il mondo e avere una ricaduta positiva sulle sfide che dobbiamo affrontare.
Eliminare le congetture dal processo decisionale
Terribile e il suo gruppo sono guidati dal principio secondo il quale non si possono affrontare problemi complessi come il degrado ambientale, i cambiamenti climatici e il declino economico delle zone rurali lavorando ognuno da solo nel proprio cantuccio. Per questo lui e i suoi colleghi hanno messo insieme grandi quantità di dati relativi alla geologia, alle previsioni meteorologiche e persino alla storia culturale in un unico strumento digitale, che aiuta gli utenti a prevedere i risultati delle loro azioni.
Le scelte complesse che chi lavora con il suolo deve prendere sono illustrate dall’enologo Marco Giulioli della Valle Telesina, a circa 60 chilometri a nord-est di Napoli. Giulioli sottolinea che la valle, dove operano numerosi piccoli produttori di vino, è composta da un mosaico di diversi tipi di terreno, dal vulcanico al calcareo, ciascuno dei quali interagisce in modo diverso con le viti che vi sono piantate.
«Sostanzialmente, una vite può crescere in modo diverso a seconda del tipo di terreno», spiega. Se un coltivatore volesse garantirsi un’alta resa di uva bianca, ad esempio, potrebbe usare lo strumento per determinare la varietà migliore da usare per il terreno che ha a disposizione, tenendo conto della quantità di sole cui è esposta e della qualità del terreno stesso.
“Studiando i modi per migliorare la situazione a livello locale, i ricercatori europei come Terribile offrono soluzioni che possono essere replicate in tutto il mondo e avere una ricaduta positiva sulle sfide che dobbiamo affrontare.
Il programma digitale, sviluppato dal professore Terribile e dai suoi colleghi, consente ai produttori agricoli, compresi i viticoltori e gli enologi come Giulioli, di selezionare con il mouse sulla mappa una specifica area, immettere quindi diversi scenari possibili, come la scelta dell’uva e le previsioni meteo, e vedere i diversi risultati, in termini di resa e qualità del raccolto, che si possono prevedere.
Giulioli sottolinea come questo sia un modo prezioso per essere certi di prendere decisioni per l’azienda viticola basate su dati e non su idee preconcette. E spiega: «A volte, ciò che si vede con i propri occhi e ciò che viene dettato dalla propria esperienza non è proprio la stessa cosa di ciò che si vede semplicemente controllando i dati».
Dai dati alla conoscenza
Il prof. Terribile chiarisce che il reale valore dello strumento è la sua versatilità: anziché usare un insieme di dati sulla qualità del suolo in una determinata regione per un solo studio o rapporto, integrarli nello strumento significa poterli utilizzare in tanti modi diversi.
Simili dati, infatti, forniscono informazioni preziose non solo a enologi come Giulioli, che prendono decisioni sull’impianto di vigneti, ma anche ai suoi colleghi sul terroir da usare sulle etichette dei vini, cosa che, osserva, finora non era molto comune in Campania.
Ecco perché uno strumento che, in apparenza, si occupa di proteggere i terreni, in realtà è stato concepito per fare molto di più. «Abbiamo bisogno di collegare tutto ciò che il nostro sistema produce, non qualcosa di teorico, ma di operativo, a vantaggio di tutti», spiega Terribile.
Lo sviluppo di strumenti innovativi come questo è l’esempio perfetto di come la ricerca e l’innovazione abbiano un impatto concreto sulla costruzione di una società migliore, ideando soluzioni efficaci per i problemi concreti che dobbiamo affrontare.
Scienza, ricerca e innovazione: i nostri alleati segreti
Questa ricerca rientra nell’impegno dell’Unione europea a scoprire nuovi modi per prepararci ai cambiamenti climatici e proteggere il terreno, il suolo e le acque. Insieme, i Paesi dell’Unione europea possono lavorare in modo più efficace, mettendo in comune i finanziamenti e le competenze di tutto il mondo, coordinando gli sforzi internazionali e beneficiando del know-how locale.
Grazie agli investimenti dell’UE, è possibile una collaborazione internazionale nel campo della ricerca per affrontare sfide troppo grandi per essere affrontate dai singoli Paesi da soli.
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