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L’accordo di Parigi ha fornito il chiaro obiettivo di mantenere un aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 °C rispetto ai livelli preindustriali e porta avanti gli sforzi per limitarlo a 1,5 °C. Ciò è stato sostenuto da ampi impegni a livello governativo e industriale nei confronti della neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050.
Tuttavia, per alcuni settori non si tratta di un impegno semplice da rispettare. Il cemento, ad esempio, è il principale ingrediente del calcestruzzo, il materiale prodotto dall’uomo più utilizzato sul pianeta.
«Il cemento rappresenta il fondamento sicuro ed economico della nostra civiltà», spiega Daniel Rennie, coordinatore del progetto LEILAC, finanziato dall’UE, e direttore generale della decarbonizzazione del cemento presso Calix Europe, in Francia. «Viene impiegato nei nostri edifici, strade, abitazioni, uffici e in quasi tutte le nostre infrastrutture». Anche la calce, un materiale che contiene calcio, viene utilizzata in un ventaglio di applicazioni che comprendono il ferro e l’acciaio, le sostanze chimiche, la carta, gli alimenti e l’agricoltura.
Sebbene negli ultimi anni abbiano raggiunto un’efficienza in termini di produzione, entrambe le industrie sono responsabili dell’8 % di tutte le emissioni globali di CO2. Queste emissioni vengono rilasciate quando il calcare impiegato nei processi di produzione viene riscaldato. Per fermare queste emissioni, l’unica opzione disponibile è catturare questa CO2 e impedire che giunga nell’atmosfera.
Catturare il carbonio con successo
Per affrontare questa sfida, il progetto LEILAC, finanziato dall’UE, ha sviluppato una nuova tecnologia che offre ai produttori un metodo a basso costo per la riduzione delle emissioni atmosferiche. Il processo «Calix», come viene definito, funziona riscaldando il calcare attraverso uno speciale reattore in acciaio. Ciò consente la separazione e la cattura della CO2 pura al momento del suo rilascio dal calcare, mantenendo separati i gas di scarico della fornace.
«A differenza di altre tecnologie di cattura, il nuovo processo non implica procedure o sostanze chimiche aggiuntive», afferma Rennie. «Pertanto, è un modo davvero economico per la cattura di emissioni di processo di CO2 inevitabili».
È stato costruito un impianto pilota presso il cementificio di HeidelbergCement a Lixhe, in Belgio, per esaminare la possibilità di applicare con efficacia l’innovativo processo di Calix al settore cementifero e della calce. «Le sperimentazioni iniziali si sono rivelate estremamente promettenti», aggiunge Rennie. «La tecnologia sta funzionando come previsto».
Sebbene non ancora a pieno regime, l’impianto pilota è progettato per separare la CO2 a un tasso di circa 18 000 tonnellate all’anno, l’equivalente delle emissioni annue di quasi 10 000 automobili.
Una transizione verso la decarbonizzazione globale
Il successo del progetto LEILAC ha aperto le porte a un progetto subentrante, LEILAC2, che applicherà su scala più ampia la tecnologia di Calix a un cementificio operativo, con l’obiettivo di catturare il 20 % delle sue emissioni. L’impianto produce circa 100 000 tonnellate all’anno, l’equivalente delle emissioni annue di quasi 55 000 automobili.
«In caso di successo, l’obiettivo consiste nell’applicare tale tecnologia su vasta scala a livello globale nei prossimi anni, in modo da fornire un contributo agli sforzi di decarbonizzazione», afferma Rennie. «Le industrie di cemento e calce sono molto interessate nella prosecuzione di ogni percorso di decarbonizzazione possibile».
Trovare soluzioni a basso costo ed efficaci è cruciale, non solo relativamente alla fondamentale importanza del settore per numerose industrie, ma anche per la sua rilevanza economica nelle principali regioni europee.
«La produzione del cemento e della calce impiega direttamente più di 384 000 persone in Europa», osserva Rennie. «Combinata ai posti di lavoro indiretti, si arriva a oltre 1 milione. Il nostro obiettivo consiste nel proteggere le economie locali, sostenendo al contempo la transizione verso una decarbonizzazione globale».