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Sebbene il termine microbioma venga spesso impiegato in riferimento ai microrganismi che vivono sulla nostra pelle o all’interno del nostro intestino, i microbiomi si trovano anche in natura, ad esempio nei terreni, nelle piante e negli oceani della Terra. Queste piccole comunità esercitano un enorme impatto sulle persone e sul pianeta e potrebbero svolgere un ruolo importante nel contribuire a realizzare la strategia volta a garantire un sistema alimentare resiliente a prova di futuro.
«I microbiomi sono molto importanti e dispongono di un enorme potenziale di innovazione, che potrebbe giovare al sistema alimentare globale», spiega Angela Sessitsch, coordinatrice del progetto MicrobiomeSupport, che continua: «Per sfruttare questo potenziale è tuttavia necessario il coordinamento della ricerca, tuttora inesistente.»
Secondo Sessitsch, sebbene la ricerca sui microbiomi sia molto diffusa e venga svolta in tutto il mondo, è ancora molto frammentata. «La maggior parte delle ricerche viene effettuata in modo fortemente isolato, con una scarsa collaborazione tra i ricercatori», aggiunge. «Il risultato è che spesso i ricercatori si trovano a dover “reinventare la ruota”, dovendo sviluppare strumenti e metodi propri in realtà già esistenti.»
Questo approccio frammentario e isolato costituisce un ostacolo all’efficacia e all’innovazione nella ricerca, ed è per questo che l’azione di coordinamento e sostegno MicrobiomeSupport si è proposta di porre termine a questa mancanza di connessione.
Una mappa per coordinare la ricerca
Il progetto, che riunisce scienziati specializzati in diverse discipline, operatori industriali e responsabili politici, è partito dall’analisi del panorama esistente. «Il nostro obiettivo era catalogare tutti i programmi, le attività, le strutture, i metodi, gli strumenti e il lavoro attualmente in corso per quanto concerne il microbioma», spiega Sessitsch.
Una volta riunito questo database, il team del progetto ha tracciato il quadro di ricerca in tal ambito auspicato per il 2030. Ciò ha permesso a MicrobiomeSupport di identificare le lacune e di definire i programmi strategici di ricerca e innovazione necessari per colmarle, a beneficio della nostra salute, del clima, dell’ambiente e delle comunità.
Per una completa comprensione di questi sistemi, risulta essenziale considerare l’organismo ospitante e tutti i suoi microrganismi simbionti nel complesso, un insieme noto come olobionte. Tuttavia, la mappatura ha confermato che la ricerca sul microbioma, pur essendo condotta in molti ecosistemi, rimane frammentata e presenta poche connessioni tra le varie discipline. Il lavoro compiuto ha evidenziato come questo panorama si stia evolvendo, anche se lentamente, man mano che un numero sempre maggiore di strategie di ricerca e innovazione viene incentrato sui microbiomi.
«Questa evoluzione deve essere rapidamente tradotta in attività di ricerca multidisciplinari nell’ambito dei sistemi alimentari, mettendo in relazione le diverse aree di ricerca sul microbioma con altre discipline», dichiara Sessitsch, che ammette: «Si tratta di una tipologia di ricerca particolarmente urgente per conseguire l’obiettivo di garantire sistemi alimentari sostenibili.»
Trasformare i dati in risultati
Il progetto ha anche fornito supporto al versante tecnico della ricerca coordinata, dando particolare enfasi ai dati.
«Con la crescente attenzione prestata alla ricerca sul microbioma nell’ultimo decennio, stiamo assistendo a un’esplosione nella disponibilità di dati in tal ambito: i dataset rilevanti conservati in archivi pubblici e privati sono infatti migliaia», osserva Sessitsch.
Questa enorme biblioteca di conoscenze microbiche ha tuttavia generato pochi benefici, e il motivo di ciò dipende dall’incoerenza nella loro registrazione, che rende difficile l’utilizzo dei dati nei vari progetti di ricerca. «Gli scienziati non parlano la stessa lingua, il che complica la collaborazione tra gruppi di ricerca e discipline differenti», aggiunge Sessitsch.
Per contribuire a superare questo ostacolo, il progetto MicrobiomeSupport ha redatto un documento che richiama l’attenzione sull’urgente necessità di armonizzare gli standard dei metadati. Basandosi su conversazioni tra oltre 70 ricercatori e partner industriali, il documento raccomanda un sistema facile da usare, ben strutturato, flessibile e compatibile che consenta di standardizzare le modalità di archiviazione e accesso ai dati, migliorando così notevolmente la capacità di recuperarli e riutilizzarli per far progredire lo studio del microbioma.
Dal suolo all’intestino
Secondo Sessitsch, per garantire un’alimentazione sicura, sana e sostenibile è necessario iniziare prendendo in considerazione il suolo o l’acqua per poi finire con l’intestino umano, tutti elementi che coinvolgono i microbiomi. «I microbiomi del sistema alimentare sono altamente connessi in ambienti diversi e rappresentano elementi chiave per la salute degli esseri umani e del pianeta», afferma la ricercatrice.
Il lavoro svolto nell’ambito del progetto per ottimizzare la ricerca e i dati sul microbioma contribuirà ad agevolare gli studi in questo settore, necessari per rendere i sistemi alimentari più sostenibili e per fornire alimenti sicuri e sani, nonché, in ultima analisi, per migliorare la salute dell’intestino.
«Aumentando la consapevolezza in merito al ruolo svolto dai microbiomi nel sistema alimentare, sottolineando la necessità di una ricerca coordinata ed evidenziando l’importanza di un’istruzione e di una formazione adeguate, il nostro lavoro contribuisce al conseguimento dell’obiettivo di realizzare un sistema alimentare globale sostenibile e a garantire di conseguenza alimenti sani e sicuri per le generazioni future», conclude Sessitsch.