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Che odore aveva l’Europa nel passato? In base a quanto scritto da un autore anonimo, Amsterdam era «una bella vergine dall’alito puzzolente»; lo scrittore francese Albert Camus, invece, ne parlò sottolineando «il respiro delle acque stagnanti, l’odore delle foglie morte in ammollo nel canale e il profumo funebre che si sprigiona dalle chiatte cariche di fiori».
Queste descrizioni rientrano tra le tante messe in luce dai tre anni di ricerca del progetto ODEUROPA, finanziato dall’UE, sulla spesso trascurata storia del profumo. Il ruolo rivestito dagli odori nei contesti storici è stato ampiamente ignorato e, nonostante il crescente interesse manifestato verso le esperienze multisensoriali, i musei non dispongono degli strumenti e dei dati necessari per esplorare la funzione svolta dagli aromi nel patrimonio culturale.
Pertanto, ODEUROPA ha intrapreso una missione volta ad aiutarci a riconnetterci con le conoscenze olfattive sepolte in archivi, manoscritti, opere d’arte e materiale storico.
Gli aromi del passato
Per recuperare gli odori perduti della storia, ODEUROPA si è avvalso di tecniche basate sull’intelligenza artificiale e tecnologie semantiche all’avanguardia al fine di sviluppare tecnologie di estrazione sensoriale volte ad analizzare le collezioni del patrimonio digitale europeo in sette diverse lingue, nell’arco di quattro secoli.
Mediante l’addestramento dei computer a identificare gli «eventi olfattivi» presenti in questi testi e immagini, i ricercatori attivi nel progetto hanno mappato vocabolari, spazi, eventi, pratiche ed emozioni associate a odori e profumi, portando alla raccolta di oltre 2 milioni e mezzo di riferimenti olfattivi, o «testimonianze nasali», che costituiscono la base dell’enciclopedia della storia e del patrimonio olfattivo del progetto, nonché dell’applicazione Smell Explorer di ODEUROPA.
«Sono rimasta stupita dal fatto che le tecniche di estrazione sensoriale abbiano funzionato così bene», afferma Inger Leemans, coordinatrice del progetto e storica presso l’Accademia reale olandese delle arti e delle scienze (KNAW). «Ritengo che il loro successo sia stato decretato dalla nostra intensa collaborazione interdisciplinare: il trasferimento delle conoscenze tra le macchine e gli esperti ha generato dibattiti fondamentali su “cosa significa odorare”.»
Il progetto ha successivamente cooperato con esperti indipendenti e profumieri dell’International Flavors & Fragrances (IFF) allo scopo di ricreare questi odori del passato. L’équipe di ODEUROPA ha impiegato analisi chimica, ricerca storica, sondaggi e lavoro sul campo per recuperare i profumi a livello storico.
Tra gli esempi figurano la città di Amsterdam del XVII secolo, delineata come una pungente miscela di muschio di quercia in decomposizione, letame, sudore di cavallo e fiori di tiglio, e una ricostruzione della battaglia di Waterloo in cui si parla di polvere da sparo, sudore di cavallo e i tenui petitgrain e neroli dell’acqua di colonia di Napoleone.
Questi profumi ricreati sono ora parte integrante della collezione storica di profumi prodotta da ODEUROPA, che offre un ponte sensoriale con le epoche passate.
Valorizzare l’esperienza del patrimonio
ODEUROPA non è stata solamente una missione volta a far rivivere gli aromi della storia, ma anche un’iniziativa che ha svolto una ricerca meticolosa al fine di sviluppare metodologie in grado di aiutare gallerie, biblioteche, archivi e musei a integrare la narrazione olfattiva nelle loro collezioni. Il progetto ha inoltre scoperto che lavorare con l’olfatto consente di incrementare significativamente l’impatto esercitato da queste istituzioni culturali:
«La narrazione olfattiva permette di attirare un maggior numero di visitatori, nonché di intensificare la loro partecipazione e connessione. Non si tratta solo di “stupire” con l’olfatto in un museo o di creare esperienze più coinvolgenti: in un ambiente multisensoriale, le persone imparano a conoscere le opere d’arte e i siti in modo migliore», aggiunge Leemans.
Gli strumenti e le risorse del progetto, come il kit di strumenti per la narrazione olfattiva, forniscono ai musei un quadro di riferimento per evocare la storia attraverso il profumo. Gli istituti di tutela del patrimonio dispongono ora dei mezzi necessari per esplorare e presentare ai visitatori questo aspetto spesso trascurato del nostro passato.
Riconoscimento a livello mondiale
Il successo di ODEUROPA è stato riconosciuto a livello globale, tanto che il progetto si è classificato al 53° posto nella lista «The Future 100: Trends and Change to Watch in 2023» (I 100 futuri cambiamenti e tendenze da osservare nel 2023) dell’agenzia di comunicazione globale Wunderman Thompson. Sebbene l’olfatto possa sembrare un argomento di nicchia, secondo quanto osserva Leemans l’annuncio del finanziamento del progetto ha suscitato un notevole interesse mediatico a livello mondiale, mettendo in evidenza l’ampia attenzione rivolta al patrimonio olfattivo: «Abbiamo rilasciato centinaia di interviste a giornali, programmi televisivi e radiofonici internazionali e siti online relativi alla costruzione del profumo storico, il che è stato un enorme vantaggio per un progetto di tal complessità e portata interdisciplinare.
A testimonianza di questo aspetto interdisciplinare, molti membri del team non avevano mai lavorato specificamente sugli odori. Le squadre informatiche di ODEUROPA vantavano una vasta esperienza in ambito di riconoscimento delle immagini, estrazione di testi e tecniche di web semantico per i dati del patrimonio culturale.
L’eredità dell’olfatto
ODEUROPA sta contribuendo a trasformare il nostro rapporto con la storia culturale mettendo in risalto il potere del profumo. Il lavoro innovativo svolto nel quadro del progetto introduce un approccio multisensoriale alla conservazione e alla presentazione del patrimonio, creando connessioni più profonde con il ricco arazzo culturale europeo.
Attraverso risorse come lo Smell Explorer, l’enciclopedia della storia e del patrimonio olfattivo e il kit di strumenti per la narrazione olfattiva, il progetto garantisce che i profumi del passato arricchiscano la nostra comprensione della storia per gli anni a venire.
«Siamo davvero impegnati a rendere le persone più “sagge” dal punto di vista olfattivo», dichiara Leemans, che conclude: «E preservare e ricostruire i profumi del passato aiuterà a garantire la presenza di un patrimonio storico-culturale per il futuro.»