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Riavvicinare l’Unione europea alle persone che rappresenta

Una serie di crisi ha allontanato l’Unione europea dai suoi cittadini i quali, anziché naufragare nella disillusione, nutrono aspettative sempre più alte nei confronti dell’Unione e cercano un coinvolgimento maggiore. Il progetto RECONNECT, finanziato dall’UE, ha messo a punto proposte, soluzioni e strumenti politici per migliorare il rapporto tra l’Unione europea e le persone che rappresenta.

©diy13 #560319869 source: stock.adobe.com 2023

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Nell’arco dell’ultimo decennio, l’Europa si è trovata a fare i conti con varie crisi, tra cui una crisi finanziaria, la crisi del debito sovrano, la crisi migratoria ancora in essere e una serie di problemi legati alla sicurezza. A ciò si aggiungono gli sforzi tesi a superare le conseguenze della pandemia di COVID-19 e la guerra imperversante ai suoi confini, che ha innescato una crisi energetica senza precedenti.

Il risultato netto dell’insieme delle crisi si traduce in una sfiducia crescente nelle istituzioni europee. «Soprattutto sullo sfondo delle crisi recenti, l’UE non è sempre riuscita nell’intento di rispondere efficacemente alle preoccupazioni della sua popolazione», afferma Jan Wouters, direttore del Centro per gli studi sulla governance globale di Lovanio e professore presso l’Università cattolica della stessa città.

Tuttavia, è possibile che la cittadinanza si stia gradualmente opponendo all’idea di Unione europea? Una nuova ricerca condotta dal progetto RECONNECT, finanziato dall’UE, suggerisce che la risposta a questa domanda è negativa. In effetti, sulla base di sondaggi esaustivi rivolti alla cittadinanza e di analisi dei media, sembra che sia vero il contrario.

«La nostra ricerca dimostra che, nel complesso, non si sta instaurando una più forte opposizione all’integrazione europea», aggiunge Wouters, che ha ricoperto il ruolo di coordinatore del progetto. «Al contrario, la popolazione ha grandi aspettative nei confronti dell’Unione, che però non sempre vengono soddisfatte.»

Invece di cadere nella disillusione, cittadini e cittadine intendono trasformare la propria frustrazione in azioni, cercando modi per riconciliarsi con l’UE.

Passare dalla ricerca all’azione

Il progetto ha innanzitutto convertito la sua ricerca in raccomandazioni politiche concrete finalizzate a modificare i trattati fondanti dell’Unione europea. Tra queste figurano, ad esempio, l’avvicinamento del processo decisionale dell’Unione alle persone votanti, conferendo così al Parlamento europeo il potere di iniziativa legislativa.

«È necessario considerare il Parlamento europeo il cuore pulsante della democrazia europea, nonché rivederne il ruolo alla luce della sua centralità», osserva Axel Marx, vicedirettore del Centro per gli studi sulla governance globale, che nell’ambito del progetto ha svolto il ruolo di responsabile della ricerca. «Ciò contribuirebbe a rafforzare il riconoscimento e i sentimenti di rappresentanza tra la cittadinanza.»

RECONNECT ha inoltre dimostrato che occorre approfondire la natura democratica dell’Unione, un processo realizzabile solo intrecciando più strettamente i legami tra le istituzioni dell’UE e la cittadinanza e fortificando la società civile. «I cittadini vogliono partecipare al processo decisionale europeo e il loro coinvolgimento deve essere sistematico», dichiara Marx.

In più, il progetto si è adoperato per rinvigorire l’idea stessa di Europa, scrivendo una nuova storia volta a radicare i principi della democrazia e lo stato di diritto direttamente nella vita quotidiana della popolazione europea.

«La tutela dello stato di diritto dovrebbe diventare più trasparente e affidabile, coinvolgendo attivamente la cittadinanza e investendo il Parlamento europeo di un ruolo più prominente», spiega Marx.

Diffondere una maggiore democrazia

Il progetto RECONNECT ha inoltre sviluppato soluzioni in grado di mettere in collegamento la cittadinanza con il governo, fra cui un corso online aperto e di massa (MOOC, Massive Open Online Course). La piattaforma online liberamente accessibile offre corsi sui valori cardine della democrazia e sullo stato di diritto dell’UE, e conta già oltre 2 500 discenti provenienti da 90 paesi diversi. 

«Affidare un ruolo più centrale alla popolazione europea va di pari passo con sforzi più incisivi per fornire informazioni sul funzionamento dell’Unione e sulle idee a sostegno del progetto europeo», spiega Alex Andrione-Moylan, ricercatore dell’Università cattolica di Lovanio coinvolto nel progetto. «Pertanto, RECONNECT si è impegnato a fondo per favorire una migliore istruzione sulle questioni che riguardano l’Unione europea.»

Seguendo la stessa scia, il progetto ha istituito un centro risorse per i giovani, che mette a disposizione informazioni di facile comprensione sugli argomenti principali relativi all’UE ad alunni e alunne della scuola primaria e secondaria.

RECONNECT ha tracciato un percorso ambizioso, ma fattibile, per ripensare l’Europa, in modo tale da fare sentire meglio rappresentata la cittadinanza tenendo davvero conto delle sue opinioni, preoccupazioni e aspirazioni.

«Anche se il suo impatto si percepirà solo progressivamente, gli strumenti scaturiti da RECONNECT sono ben posizionati per permettere all’Unione e ai funzionari nazionali di rispondere in maniera più efficace ai cittadini, e consentire agli attori non governativi e della società civile di partecipare alla vita democratica dell’Unione europea», conclude Wouters.

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Dettagli del progetto

Acronimo del progetto
RECONNECT
Progetto n.
770142
Coordinatore del progetto: Belgio
Partecipanti al progetto:
Austria
Belgio
Cechia
Finlandia
Francia
Germania
Ungheria
Israele
Italia
Paesi Bassi
Norvegia
Polonia
Spagna
Regno Unito
Costo totale
€ 4 999 686
Contributo dell'UE
€ 4 999 686
Durata
-

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