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Nuove conoscenze sullo stile di vita dei Neanderthal

Anche se i Neanderthal un tempo dominavano l’Eurasia, si sa ben poco su come vivevano e sul perché si sono estinti, ma un nuovo metodo archeologico sviluppato dal progetto PALEOCHAR, finanziato dall’UE, potrebbe chiarirlo presto. Il progetto aggiunge informazioni preziose e una migliore visione sul mondo dei Neanderthal, ampliando le conoscenze della vita sulla Terra molte migliaia di anni fa.

©zvitaliy79 #273208473, source: stock.adobe.com 2021

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I Neanderthal, una specie umana estinta, un tempo erano i dominatori dell’Eurasia. Circa 40 000 anni fa, però, si estinsero e vennero ampiamente sostituiti dagli esseri umani moderni. Ma chi erano i Neanderthal e cosa è successo a questa specie? Sono queste le domande a cui il progetto PALEOCHAR, finanziato dall’UE e sostenuto dal Consiglio europeo della ricerca (CER), si prefigge di rispondere.

«In passato l’archeologia ha cercato di rispondere a queste domande analizzando gli strumenti utilizzati dai Neanderthal e i reperti ossei degli animali di cui si nutrivano», afferma Carolina Mallol, un’archeologa dell’Università di La Laguna.

Sebbene tale approccio abbia prodotto grandi quantità di informazioni importanti, Mallol osserva che esso si limita a prendere in esame solo reperti inorganici. «Oggi l’archeologia preistorica sta iniziando ad aprire la porta al mondo organico e i metodi molecolari stanno fornendo informazioni fondamentali sul nostro passato remoto», spiega.

Di conseguenza, alcuni ricercatori hanno deciso di adottare un nuovo approccio con il progetto PALEOCHAR e studiare insieme reperti organici microscopici e molecolari. «Studiando i reperti organici sedimentari a una scala così fine, siamo in grado di estrarre informazioni, ad esempio, sul contenuto lipidico del cibo dei Neanderthal, sul modo in cui accendevano il fuoco e su come apparivano gli spazi in cui vivevano», aggiunge Mallol. «Abbinando queste diverse fonti di informazioni, intendiamo fornire un quadro più completo del mondo dei Neanderthal.»

Abbinare tecniche microscopiche e biomolecolari

I ricercatori, ponendo l’accento sull’identificazione di residui organici antichi intrappolati nei terreni e nei sedimenti archeologici, hanno scelto di usare una combinazione di tecniche microscopiche e biomolecolari. «Risalenti a più di 50 000 anni fa, questi siti del Paleolitico contengono quantità relativamente basse di materia organica», osserva Mallol. «Tali tecniche all’avanguardia ci consentono di acquisire notevoli quantità di informazioni a partire da piccole quantità di reperti.»

I ricercatori hanno rivolto l’attenzione specificamente ai resti organici del fuoco, quali il suolo bruciato rinvenuto sotto i focolai. Questo perché se la materia organica viene bruciata a basse temperature diventa meno suscettibile alla biodegradazione, il che significa che il suo potenziale di conservazione aumenta.

Inoltre, poiché è probabile che i Neanderthal usassero questi focolai per cucinare, i ricercatori hanno ipotizzato inoltre il rinvenimento di lipidi (grassi e cere) nel suolo bruciato. «Dato che i lipidi presentano il tasso di conservazione più elevato rispetto a ogni altro tipo di materiale organico, i focolai sono potenziali miniere di informazioni», aggiunge Mallol.

Dopo aver individuato tracce del fuoco, il team del progetto PALEOCHAR ha utilizzato tecniche analitiche di microscopia e biomolecolari per studiare i lipidi bruciati rinvenuti nel sedimento legato al fuoco. «Il nostro lavoro ci ha restituito un’istantanea straordinaria dei terreni viventi, ricchi di residui derivati dall’attività umana e da terreni e vegetazione dell’ambiente circostante», afferma Mallol.

Nuovi metodi per un nuovo campo di studio

Nell’ambito del progetto, oltre all’esame dei campioni raccolti, sono stati condotti anche esperimenti di combustione al fine di caratterizzare il comportamento dei singoli lipidi nel momento in cui vengono sottoposti al calore. Il progetto inoltre, calibrando e calcolando i vari fattori che potrebbero incidere sul processo analitico, ha contribuito allo sviluppo di nuovi metodi utili per questo nuovo campo di studio.

«Abbiamo stabilito un metodo e lo abbiamo messo in pratica in vari siti del Paleolitico del mondo», conclude Mallol. «Così facendo, abbiamo fornito informazioni preziose sulle tradizioni dei Neanderthal nei confronti del fuoco, insieme a indicazioni sui tipi di clima e di ambiente in cui viveva questa popolazione.»

I ricercatori stanno ora valutando la possibilità di estendere l’impiego del loro metodo combinato microscopico e biomolecolare ad altre aree, a periodi di tempo differenti e a diversi tipi di reperti archeologici.

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Dettagli del progetto

Acronimo del progetto
PALEOCHAR
Progetto n.
648871
Coordinatore del progetto: Spagna
Partecipanti al progetto:
Spagna
Costo totale
€ 1 996 750
Contributo dell'UE
€ 1 996 750
Durata
-

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